Incidenza della carie negli ultimi 5 anni aumentata del 15%

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Negli ultimi 5 anni l’incidenza della carie nei bambini è cresciuta del 15% . Quasi il 50% dei dodicenni ha almeno un dente cariato.

In occasione del Primo Convengo Nazionale delle Sezioni Regionali della SIOI è stato lanciato l’allarme carie nei bambini evidenziando come sia presente nel 21,6% di quelli con 4 anni e nel 43,1% dei dodicenni.
Ma il dato più preoccupante è l’aumento del 15%, negli ultimi 5 anni, della patologia cariosa nei bambini.
Per capire meglio come si può cercare di invertire la tendenza e quali siano le cause, abbiamo sentito la prof.ssa Raffaella Docimo presidente SIOI – Società Italiana Odontoiatria Infantile e Titolare Odontoiatria Pediatrica Università di Roma Tor Vergata- Responsabile Odontoiatria Pediatrica Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina Roma.

Professoressa, avete lanciato l’allarme carie nei bambini: dove nasce il dato, a quali fasce di età e sociale si riferisce?

La patologia cariosa è certamente oggi ancora  un’emergenza sulla quale è necessario riflettere , sia in termini di strategie di prevenzione che di diagnosi precoce. E’ vero che grazie al fluoro, di cui ormai è accertata la reale efficacia quando somministrato per via topica, vi è stato un  miglioramento delle condizioni di salute orale, ma questo è avvenuto per così dire a macchia di leopardo. Ciò significa che vi sono regioni in cui i risultati della prevenzione sono da ritenere soddisfacenti, ma altre in cui il dato è molto preoccupante soprattutto perché ad esserne colpita è soprattutto la dentatura da latte. Crisi economica, fasce sociali a basso reddito, forte presenza della popolazione immigrata, alimentazione sbagliata, abitudini scorrette, impossibilità di accesso alle cure per motivi di budget familiari sono le cause che portano ancora oggi a considerare la popolazione pediatrica italiana tutta a rischio di carie

Quali sono le cause? Poca attenzione verso l’igiene orale, crisi economica che tiene lontano dalle cure i pazienti, assistenza pubblica carente?

Se è vero che gran parte dei genitori sono disinformati sull’importanza della salute orale sin dalle prime epoche di vita, è anche vero  che per molti altri, che non usufruiscono dell’esenzione del ticket perché hanno un reddito familiare appena superiore alla soglia minima, l’accesso alle cure è davvero impossibile. Ci sono poi invece quei genitori che si sottopongono a sacrifici enormi , dichiarandolo con estrema dignità, che non permettono la rinuncia alle cure dei propri figli. I dati comunque sono drammatici e denunciano un milione di bambini in Italia in stato di povertà assoluta.

L’aumento dei bambini con carie può essere anche dovuto ai figli degli immigrati che si sono stabiliti in Italia che subiscono l’alimentazione e lo stile di vita diverso da quello dei paesi di origine?

Ritengo che stili di vita impropri, disattenzione e disinformazione, alimentazione sbagliata, iponutrizionale ma ricca di carboidrati semplici, sono i responsabili maggiori della patologia cariosa che incidono anche sul rischio obesità dei nostri bambini. L’OMS accusa gli zuccheri nascosti e suggerisce a salvaguardia della salute di ridurre a metà il consumo dello zucchero.  Bisogna quindi intervenire con programmi mirati di prevenzione e di terapia che garantiscano una futura popolazione adulta sana. Al momento se valutiamo i dati relativi alla patologia cariosa nella popolazione adulta, negli individui di età compresa fra i 19 e i 25 anni, la prevalenza supera l’80%.  Credo che questi numeri si commentino da soli.

Come si può invertire la tendenza cercando di riportare l’incidenza della carie dei più piccoli ai valori di alcuni anni fa?

La risposta così ovvia può sembrare banale. Informazione, prevenzione, motivazione, sono sempre i principi cui ispirarsi. Lo sforzo deve essere comune e deve necessariamente essere condiviso con i pediatri, i genitori, i docenti. Bisogna che vengano attuati tutti i protocolli di prevenzione odontoiatrica in forma obbligatoria a prescindere dalla fasce economiche. Se i bambini sono fasce protette, tutti nelle età a rischio devono essere sottoposti a visite di controllo sin dal primo anno di vita,  follow up, sigillature, applicazioni topiche di fluoro . Penso che la consapevolezza dell’importanza del concetto di salute è la migliore forma di prevenzione.

Dopo un nostro articolo è nato un dibattito sul ruolo dei pediatri e del medico di base nella sensibilizzazione dell’igiene orale. Una sinergia necessaria o la promozione della salute orale deve rimanere una esclusiva del dentista?

Ho seguito la querelle e devo dire che ero rimasta molto sorpresa di alcune affermazioni così assertive . Personalmente ritengo fondamentale il ruolo del pediatra e del medico di base , in ragione di quell’approccio multidisciplinare e di quella sinergia professionale di cui tanto si parla. Ed è anche  per questo che la formazione resta un punto centrale dell’aggiornamento culturale e scientifico a vantaggio di quello clinico. Ma penso anche che non si possano delegare ruoli e funzioni. L’odontoiatra pediatrico resta certamente il punto di riferimento per il bambino ed il pediatra. Ed è in questa ottica che dobbiamo ragionare se come avviene in altri Paesi, la prima visita odontoiatrica viene eseguita nel primo anno di vita. E’ l’inizio di un percorso di prevenzione, di igiene orale che accompagna  insieme il bambino, il pediatra e l’odontoiatra  nel suo cammino di crescita.

 

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